Aree di intervento
Lo spazio analitico offre l’occasione per occuparsi e pre-occuparsi di sé, delle proprie emozioni e fatiche. Mettendo in gioco le proprie potenzialità di fronte al cambiamento, si promuove uno spazio di lettura diverso del proprio essere soggetto, anche in relazione con l’altro.
La stanza d’analisi diventa così un luogo in cui scoprire dentro se stessi le proprie risorse e strumenti, ma anche difficoltà e sofferenze.
Costruire insieme
L’obiettivo che si immagina insieme al paziente, la famiglia o la coppia è quello di co-costruire insieme un processo durante il quale, grazie a un’approfondita analisi della domanda, si esplorano i significati nascosti che conducono a ciò che “fa stare male”.
La domanda di aiuto ha origine da uno o più sintomi che vengono percepiti come il “problema”, qualcosa che crea una sofferenza e a cui fatichiamo dare un nome.
Ma anche in quell’intreccio di sensazioni e emozioni “il sintomo che definiamo problema” è la migliore soluzione che abbiamo trovato per dare un senso a quella fatica, mettendo in atto le nostre uniche e creative strategie per gestire quella sofferenza.
E così, nel tentativo di trovare un senso a quella fatica, proviamo a definirla, le diamo un nome, un’etichetta.
La definiamo, così da renderla più comprensibile e quindi anche gestibile e controllabile.
Di cosa stiamo parlando?
Parliamo di:
- Disturbi d’ansia.
- Attacchi di panico.
- Disturbi dell’alimentazione.
- Stress.
- Difficoltà relazionali e di coppia.
- Autostima.
- Difficoltà nella crescita e nello sviluppo. Bambini e adolescenti.
- Gestione dei conflitti familiari.
- Competenze genitoriali.
- Disturbi psicosomatici
- Dipendenze.
- Depressione.
- Disturbi dell’umore.